Mia figlia Margherita che è cresciuta vedendomi partire e tornare dai luoghi più sperduti della terra, tenendo in mano l’ennesima mia foto sorridente in mezzo a una masnada di bambini dell’altro mondo, guardandomi negli occhi era solita dire:
“Pa, sai che dovresti fare? Aprire un orfanatrofio”.
Nell’anno di grazia 2022, dopo gli interminabili mesi della pandemia e alla fine del mio contratto con la Cei, insomma nell’anno in cui avrei dovuto pensare seriamente al mio futuro, ho pensato che fosse meglio pensare a quello di 82 bambini orfani del Madagascar.
Ho chiesto la benedizione dei miei tre figli e abbiamo regalato un terreno con 11 casette, un pozzo e un orto a un piccolo gruppetto di suore capeggiate da suor Claudine. A Fianarantsoa, nella regione più povera dell’isola.
Poi le abbiamo ristrutturate, dipinte di colori allegri, arredate e aperte a una combriccola di bambine e bambine da zero a dodici anni.
Una delle casette è per i volontari che vorranno andare lì a scoprire un pezzo di Africa e una parte di loro stessi.
Ho fatto tante campagne per raccogliere i fondi per le giuste cause e ora devo inventarmi qualcosa per sostenere Dust and Soul.
È così che abbiamo chiamato la nostra brigata.
Perché quello che ti resta addosso, dopo una giornata passata tra gli ultimi degli ultimi, è polvere e anima.
E nessuna delle due te le togli di dosso facilmente.
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DALL’APRILE 2024, DUST AND SOUL È DIVENTATA UNA FONDAZIONE: “PER PROTEGGERE I PIÙ DEBOLI, LOTTARE PER LA GIUSTIZIA SOCIALE, LA DIFESA DELL’AMBIENTE, PER COLMARE IL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI, ARRESTARE LA CORSA AGLI ARMAMENTI, COMBATTERE OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE E IRRORARE L’ALBERO DELL’AMORE E DELLA COMPRENSIONE”.